sabato 30 marzo 2013

Tempo di pasqua, tempo di conversione, tempo di speranza




I simboli, la forma, spesso sono sostanza, Papa Francesco con la sua rivoluzione simbolica ci fa presagire grandi cambiamenti, la Chiesa si mette in discussione e torna ad avere la forza per mettere in discussione tutto ciò che ci sta intorno, torna ad essere messaggera di speranza nel cambiamento.
Questo avviene in un tempo in cui ognuno è chiamato ad interrogarsi, veniamo da un ventennio governato da quel liberismo di cui fu profeta la primo ministro inglese, dall’edonismo reganiano, dallo yuppismo, dal bunga bunga, ognuno per se e (forse) Dio per tutti.
Un ventennio che lascia solo macerie, attorno a noi e in noi, se non facciamo pulizia dentro difficilmente riusciremo a farla fuori, se non riusciamo ad andare oltre l’io e riscoprire la dimensione del noi difficilmente riusciremo ad uscire fuori dal pantano.
Possiamo farcela da soli? Credo di no!
Circa trenta anni fa ho ripreso il percorso di fede, in un momento di grande tribolazione, proprio partendo da questo assunto: la vita personale e collettiva ci pone difronte ai nostri limiti, alla condizione nella quale ci rendiamo conto che da soli non possiamo farcela, abbiamo bisogno dell’aiuto di Chi governa il grande ciclo della vita (l’aria, l’acqua, …), di Chi governa le nostre coscienze, inquietandole difronte al male, rasserenandole difronte al bene.
Allora compresi che, dalle nostre parti, chi, partendo dalla nostra condizione, si era messo il contatto, in dialogo, in comunione con l’Eterno, chi, nella storia che conosciamo, ne aveva compreso la natura, l’essenza ed era riuscito a parteciparne la condizione, costui si chiamava e si chiama Gesù.
Sino ad allora avevo avuto tanti cattivi maestri, allora decisi di scegliere l’unico maestro credibile, quello che aveva scelto gli ultimi, che per questi aveva combattuto con mitezza, quello che aveva saputo testimoniare con la sua vita, fino a giocarsela, le cose in cui credeva e che insegnava a tutti, colui che lo aveva fatto senza far pagare ad altri le conseguenze del suo progetto di cambiamento e di salvezza, ma che aveva scelto di pagare di persona.
Compresi che seguendolo mi era dato il grande privilegio di partecipare a questa esperienza, comprendere il significato dell’esistenza, che acquista dignità nella condivisione, nell’apertura all’altro, compresi che su questa strada avrei incontrato la libertà e l’abbraccio affettuoso del Padre.
Da allora spesso l’ho incontrato attorno a me, spesso l’ho sentito lontano o addirittura assente, vicino quando io e gli uomini di buona volontà operavamo nella storia per realizzare il suo progetto ( una volta si diceva il suo regno), lontano, quando abbondonavamo l’impegno, cedevamo alla delusione, alla disperazione.
Qualche anno fa un grande segnale di speranza era venuto dall’America, ora sono ancora più convinto che è di nuovo tempo di speranza, possiamo tornare a credere in un mondo in cui “A dirigere la storia non è più la forza di uomini dispotici, non il potere né la supremazia delle cose, ma tutto ciò che è nome di Dio, come verità, vita, giustizia, misericordia, perdono, dignità di ogni nato da donna, fame e sete di giustizia (F. Scalia)”.
Tutto ciò a condizione che gli uomini di buona volontà corrano verso la Speranza che ci viene incontro,
se non l’hanno ancora vista bisogna cambiare punto di osservazione, forse cambiare mentalità, cambiare cuore, convertirsi.
Non ci si converte una volta per tutte, ogni anno di questi tempi, riprendo il cammino smarrito, sapendo che non è cosa facile “convertirsi e credere è amare lui e fare di lui la propria vita. Questa esperienza dà vita a una relazione personale con lui da amico ad amico, e consente all’uomo di uscire dal proprio narcisismo e dal proprio inferno (A.Neglia)”
Questo cammino è faticoso, per dirla con H. Arendt “il valore dell’uomo viene giudicato dal grado in cui agisce contro il proprio interesse e contro la propria volontà”
Solo così si può diventare testimoni dell’amore del Padre per tutti noi, sapendo anche che “il cristiano non ha sempre a disposizione un’ultima via di fuga dai compiti e dalle difficoltà terrene nel l’eterno, come chi crede nei miti della redenzione, ma deve assaporare sino in fondo la vita terrena come ha fatto Cristo e solo così facendo il Crocifisso e Risorto è al suo fianco ed egli è crocifisso e risorto con Cristo (D. Bonhoeffer)”
Fare questi compiti vuol anche dire vivere con l’etica della responsabilità individuale in quella dimensione che siamo abituati a chiamare politica, sapendo scegliere dentro la dicotomia cultura dell’interesse generale , cultura del bene comune.
“La prima concezione … induce una politica autoreferenziale, la seconda … una politica responsabilmente aperta al servizio della collettività, del bene di noi-tutti. La prima sta sopra la società, la seconda vi sta dentro. (M. Fatuzzo)”
Buona Pasqua 2013                                                                                            Pino Fricano

martedì 26 marzo 2013

Una situazione critica, a tutti i livelli


Crediamo che la situazione nazionale, regionale e locale, abbiano parecchie cose in comune:
  1. comune è la crisi economica, finanziaria e sociale,
  2. comune è la stanchezza della gente verso la vecchia politica ed il tentativo di imboccare strade nuove,
  3. comuni sono i segnali, contraddittori e ambigui che arrivano dai “palazzi”,
  4. comune è, infine, la necessità e l’urgenza di avviare esperienze di governo, coerenti sul terreno del rinnovamento e della capacità di dare risposte credibili alla crisi sociale nel rispetto dei vincoli finanziari.
1 – La crisi è dovuta al protrarsi di una gestione allegra della finanza pubblica, in un contesto in cui si andava ristrutturando l’economia globale, con inevitabili conseguenze economiche e finanziarie a livello planetario. In questa situazione, maturata in particolare nell’ultimo decennio, mentre i paesi del nord Europa facevano i conti in casa e rimettendo a posto le finanze pubbliche, nei paesi mediterranei, del sud Europa, si continuava a fare le cicale, a vivere al di sopra delle possibilità, a sostenere costi della politica intollerabili (organi e spese inutili o eccessive per alimentare i clientes), sulla base di un patto scelerato che consentiva alla classe dirigente di scialacquare ed alla maggior parte dei cittadini di arrangiarsi.
Intanto a livello nazionale, regionale e locale, gonfia il debito e con esso le difficoltà a coprirlo, col gioco perverso dello spread , di una contrazione dei redditi e dei consumi, di un aumento dell’imposizione a cui non corrisponde un proporzionato aumento dei ricavi, con dinamiche complessive che si mangiano tutti sacrifici fatti a scapito dei ceti più umili.
A tutti i livelli a pagare sono le imprese che licenziano, le società e i servizi pubblici che chiudono, i lavoratori licenziati, i cittadini che si ritrovano senza assistenza o debbono pagarsela ridimenzionando il tenore e la qualità di vita.
2 – Alla fine tutti comprendono che la strada da intraprendere non è quella dell’aumento della pressione fiscale e contributiva, che finisce per deprimere l’economia, ma quella del taglio di sprechi e privilegi, di inefficienze e parassitismi, a partire da quelli che hanno fallito e che ci hanno portato in questa situazione.
E’ questo il sentimento comune in cui matura il più grosso distacco tra cittadini e politici, elettori e partiti, della storia della repubblica. A votare ormai va meno del 50% degli aventi diritto, di questi quasi 1/3, persa ogni speranza nella buona politica, nell’alternanza fra destra e sinistra, si rivolge verso l’antipolitica.
Questo è successo il Sicilia sia alle regionali che alle politiche, questo, per molti versi, era successo alle comunali, dove il mancato raggiungimento del quorum dovuto alla proliferazione di liste, unito al non voto ha tagliato fuori dalla rappresentanza oltre il 50% degli aventi diritto al voto.
3 - A tutti i livelli c’è stato un profondo rinnovamento della rappresentanza, senza che questo abbia prodotto risultati apprezzabili, non bastano facce nuove, servono idee nuove e gambe forti su cui farle camminare! I segnali che vengono dai palazzi sono contraddittori e ambigui, a partire dal PD, l’unico partito a cui continuiamo a guardare con interesse solo perché con le primarie ha dato qualche segnale di volere mettere seriamente in discussione le logiche di una politica autoreferenziale. Purtroppo lo stesso partito che ha visto l’apparato (che difende il finanziamento pubblico) sbarrare la strada a quel Renzi che ci avrebbe evitato il pantano in cui ci ritroviamo (il sondaggio Demos & Pi, di dicembre 2012, dava Renzi al 61%, Grillo al 28 e Berlusconi al20).
Se a livello nazionale chi ha avuto una vittoria di Pirro, fa finta di ignorare il fatto che al senato non ci sono condizioni per un governo di legislatura, si ostina a proporre un elenco irrealizzabile di punti (8) per ridimenzionarli solo dopo aver ricevuto ripetutamente la porta in faccia , lasciando comunque alla fine ciò che la gente (77%) vorrebbe all’inizio (la riforma elettorale ed il taglio del finanziamento ai partiti); a livello regionale chi si era precipitato a convocare elezioni provinciali per evitare la riduzione nazionale, si vede costretto ad abolire le province, nel tentativo maldestro di salvare la poltrona; a livello locale chi è uscito dalla porta rientra dalla finestra, garantendo i numeri per l’approvazione di un bilancio irricevibile, che comunque consentirà a tutti di restare in carica, di tirare a campare.
Un ceto politico che ha fallito si ostina a non mollare l’osso, in parte facendo buon viso a cattivo gioco, ignorando segnali sempre più forti che arrivano dalle urne, in parte interpretando il “calati iuncu ca passa la china”, convinto che si possa tornare, come prima e più di prima, alla spesa facile: basta ridimensionare quel mastino della Merkel! La cosa più inquietante è che a pensare all’orco finanziario non sono solo fantasiosi politici che promettono la restituzione dell’IMU o il salario garantito per tutti, ma la maggior parte della gente che, non potendo più votare quello che ti fa il favore, vota per chi vende favole.
4 – Lo dicevamo già qualche anno fa, lo ripetiamo oggi con maggiore convinzione, con l’amarezza delle occasioni perdute, del fatto che a pagare sono sempre gli ultimi, la povera gente: siamo al capolinea! Serve un esame di coscienza collettivo: alla cattiva politica non si può rispondere con le barzellette, ci vuole la buona politica, gente seria, competente, d’esperienza, di grande dirittura morale, che sente forte il senso di responsabilità! Serve, per dirla con Papa Francesco, chi concepisce il potere come servizio non come arbitrio o privilegio!
Sapendo che si tornerà a votare, al più tardi, nella primavera del prossimo anno, a Roma serve un governo che possa raccogliere il consenso di Monti di Grillo e forse anche di Maroni e faccia quello che si può fare in questo periodo. Un governo che sfidi Grillo a partire da una legge elettorale che ancori l’eletto al territorio, da un finanziamento ai partiti legato alla volontaria contribuzione dei cittadini, che sfidi Berlusconi proponendo l’eliminazione dell’IMU sulla prima casa per le fasce deboli e l’aumento sulla seconda e terza casa, l’eliminazione di tasse e contributi per 5 anni per i nuovi assunti, che ci riporti alle urne spezzando i pifferi degli incantatori di serpenti, che sfidi la Lega sul terreno di un federalismo che faccia assumere ad ognuno responsabilità precise.
In Sicilia serve un governo: che recepisca , subito e con effetto retroattivo , la norma, ormai vigente in tutte le altre regioni, di taglio del compenso ai parlamentari; che dia un taglio netto agli sprechi nella formazione professionale, negli ATO rifiuti, che elimini gli enti inutili; che accorpi i comuni sotto 5.000 abitanti; che equipari il trattamento dei regionali a quello dello stato e degli enti locali; che agganci la nomina dei manager e dei dirigenti al merito, a regole certe, superando la logica di un’anzianità di servizio maturata all’ombra del vecchio potere.
A Bagheria serve far saltare il coperchio della pentola: dichiarare il dissesto in modo da appurare finalmente verità e responsabilità; approvare subito il PRG per rimettere in moto l’economia; adottare un regolamento che tagli drasticamente le spese di giunta e di consiglio; lavorare con assiduità per l’avvio di un’ARO rifiuti che consenta di privatizzare al più presto la gestione, tagliando sprechi e magagne; usare al meglio le opportunità di sviluppo offerte dalla costruzione del polo sanitario S. Teresa-Rizzoli.
Marzo 2013

Associazione Nuovi Bagheresi

domenica 24 marzo 2013

Barriera frangiflutti ad Aspra: servono segnalazioni luminose


Ai Consiglieri comunali Oggetto: OdG sulla Barriera frangiflutti
La nostra associazione avendo preso atto delle lamentele della comunita' marinara di Aspra, in merito a quanto in oggetto, al fine di venire incontro alle necessita' della comunita' in questione, propone ai consiglieri in indirizzo la presentazione di un apposito ordine del giorno ed a tal fine trasmette la bozza che segue,

Ordine del giorno sulla barriera frangiflutti ad AspraIl Consiglio considerato:
che i lavori per la realizzazione della Barriera frangiflutti ad Aspra sono sostanzialmente ultimati,
che la Capitaneria di porto ha escluso la necessita' dei segnali luminosi per l'accesso allo specchio d'acqua,
che l'amministrazione comunale pare orientata ad effettuare il collaudo finale in assenza dei segnali luminosi,
che l'assenza di segnali che indichino i percorsi di accesso ha gia' causato qualche incidente,
che dalla esperienza sin ora effettuata la barriera non garantisce la sicurezza dei natanti ospitati nello specchio d'acqua protetto,
che nel Piano Triennale per lo opere pubbliche, adottato il 17/12/2012, al n° 103 e programmato per il 2013, il progetto per la "realizzazione della Barriera frangiflutti - opere a terra", per un importo di 1.900.000 euro,
che detto progetto e' dotato di dettagliato progetto preliminare, garantirebbe la sicurezza ed una adeguata fruizione dello specchio d'acqua,
fa voti ed impegna l'amministrazione attiva a verificare con i competenti assessorati regionali la possibilita' di finanziamento del progetto in questione, valutando in subordine la possibilita' di attivare finanza di progetta, a riferire in Consiglio in proposito nel termine di trenta giorni successivi all'approvazione del presente OdG. 


Associazione "Nuovi Bagheresi"
Via del Macello n. 63 Bagheria - PA

sabato 16 marzo 2013

Proposta di coordinamento area renziana Bagheria


La riunione dell’area renziana riunita a villa Casaurro il 12 marzo 2013, registra la proposta di costituzione della locale sezione dell’associazione Big-Bang, quale strumento di confronto ed elaborazione programmatica dei militanti e simpatizzanti del PD che si riconoscono nel programma di Renzi per le primarie, elaborazione che, con spirito unitario, sarà messa a disposizione del PD e dei suoi alleati per il rilancio dell’iniziativa politica in città e la costruzione di uno schieramento di governo alternativo all’attuale, fallimentare esperienza.
Viene proposto un coordinamento provvisorio nelle persone di Giacomo Aiello, Livia Carnevale e Agostino D'Amato, a cui rivolgersi per aderire all’associazione e proporre problemi e idee da affrontare in una prospettiva di bene comune e buon governo per la nostra comunità.
Sui problemi di più urgente attualità generali e locali ritiene quanto segue.
Riteniamo che Bersani avesse il dovere di avanzare una proposta di governo, così come riteniamo coerente il tentativo di recuperare una maggioranza al senato discutendo con Monti e con Grillo.
Quella che riteniamo meno convincente è la pretesa di una proposta di legislatura e comunque della proposizione di programma di 8 punti, troppo pretenzioso rispetto alle condizioni restituite dal voto, così come inopportuna appare la proposta di coinvolgimento istituzionale di 5 stelle.
Le divergenze programmatiche su temi come la TAV o l’agenda comunitaria fanno apparire, ai più, velleitaria l’ipotesi di una collaborazione di legislatura con Grillo, così come il risultato deludente di Monti , la rimonta di Berlusconi ed il trionfo di 5 stelle, ci restituiscono un umore del Paese che imponeva ed impone una revisione del programma almeno su tre punti: la riduzione della pressione fiscale , la l’ulteriore riduzione dei costi della politica e la riforma elettorale.
Una proposta credibile doveva, ed in caso di mancata fiducia al senato, debba darsi l’orizzonte temporale di 6 mesi/ un anno, con dentro l’elezione del Presidente ed un programma limitato a quei tre punti, a partire dalla riforma elettorale, con l’ esclusione, per ragioni di tempo, di ipotesi di revisione costituzionale; una proposta di questo tipo avrebbe maggiormente posto e porrebbe in difficoltà l’interlocutore , ci avrebbe consentito e ci consentirà un ritorno alle urne in condizioni di vantaggio.
Sugli incarichi istituzionali crediamo vada preso atto del disfacimento della sinistra radicale e vada ricercata un’alleanza strategica col centro montiano, in questo contesto alla camera andrebbe nominato/a un presidente del PD ed al senato uno/a montiano/a, incarichi a figure dal profilo il più possibile tecnico e comunque innovativo, che possano dare garanzie sul percorso dei tre punti di cui prima.
Nello specifico riteniamo che in una logica di semplificazione ed accelerazione dei tempi, serva:
  • per la riforma elettorale, intanto, il ritorno al mattarellum ed in prospettiva il doppio turno di collegio alla francese;
  • sul terreno fiscale, l’esenzione dell’IMU fino a 500 euro accompagnato da un condono (non tombale), che consenta l’emersione assistita dal sommerso e la moratoria per i debiti fiscali e contributivi delle piccole imprese e dei lavoratori autonomi;
  • Per quanto attiene la riduzione dei costi della politica, intanto, l’eliminazione delle province, del contributo ai partiti e la riduzione dei compensi ai parlamentari, in prospettiva un sistema unicamerale con 200 deputati, un federalismo solidale che metta sullo stesso piano tutte le regioni, decentri i poteri verso il basso e responsabilizzi la classe dirigente sui risultati conseguiti.
A proposito di eliminazione del rimborso ai partiti, è chiaro che agganciandolo alla, pur giusta, proposta di riforma dei partiti, in questo contesto, può apparire come una manovra dilatoria.
Anche a Bagheria riteniamo sia il urgente di lanciare chiari di discontinuità, sfidando 5 stelle sul terreno della riforma della politica e riduzione dei suoi costi a partire da tre obiettivi:
  • Un percorso di chiarezza sul bilancio che veda la mancata partecipazione, da parte dei consiglieri del PD e quantomeno di quelli di area renziana, a qualsiasi voto che possa favorire l’adozione di un bilancio lacunoso e che non affronta i problemi che hanno portato ad una situazione strutturalmente deficitaria, a partire dai costi della politica;
  • la proposizione, nell’ambito della costituenda SRR metropolitana, di un ambito di raccolta (ARO) cittadino o coi comuni di Casteldaccia e S. Flavia, che consenta l’accelerazione nell’avvio della raccolta differenziata, l’efficientamento e la riduzione del costo del servizio;
  • la rapida adozione del PRG all’interno di un percorso di massima pubblicità, trasparenza e partecipazione della comunità locale


Associazione Nuovi Bagheresi

A proposito di rifiuti, considerazioni sulla circolare assessore energia e serv. N. 221 dell’1/2/2013 – direttiva attuaz. L.r. 9/2010, l.r. 3 del 9 genn. 2013.


La circolare prende le mosse dai nuovi ATO definiti con DPR n. 531 del 4/07/2012, in provincia di Palermo sono 3: Area metropolitana - 929.000 abitanti, Provincia est - 79.000 ab., Prov. Ovest.- 61.000ab.
Approfondisce il tema degli ARO (area di raccolta ottimale) definiti dalla l.r. 3/2013, per l’organizzazione del servizio di raccolta, spazzamento e trasporto, lasciando agli ATO le funzioni di smaltimento e quindi di realizzazione e gestione degli impianti.
E’ in questo contesto che per Bagheria, che ricade nell’ATO metropolitano, va valutata la possibilità di una organizzazione autonoma, con due ipotesi percorribili un ARO cittadino o sovracomunale, in quest’ultimo caso con un occhio rivolto ai futuri consorzi di comuni che sostituiranno le province.
Noi riteniamo che bisogna guardare alla dimensione sovracomunale, intanto con convenzione (art. 30 TUEL), per lasciare aperta la prospettiva del consorzio ed evitare la prospettiva di marginalizzazione in un contesto metropolitano, anche se l’esperienza fallimentare del coinres e di metropoli-est deve condurre a molta attenzione, occorre evitare di riproporre baracconi assistenziali e clientelari.
In questa direzione l’ARO, in prima battuta, può essere proposto con comuni dell’ATO, che nel nostro caso potrebbero essere, oltre a Bagheria, Casteldaccia e S. Flavia, allargando se si vuole, con qualche forzatura in quanto comuni ormai caratterizzati dalla forte integrazione con la città, anche a Villabate e Ficarazzi,.
Con questa configurazione avremmo un’ARO di 78.526 o di 100.762 ab. se esteso agli altri due, volendo guardare al Consorzio in futuro bisognerà guardare all’aggregazione di ulteriori comuni limitrofi , provenienti dagli altri due ATO provinciali, fino a raggiungere i 150.000 abitanti previsti.
Intanto l’ARO, a 78 o 100 mila abitanti, andrà individuato in sede di costituzione della costituenda Società per la regolamentazione del servizio (SRR) e subito dopo nel Piano d’ambito, consentendo quindi il percorso che porti al piano di intervento e regolamentazione del servizio dell’ARO con specifici affidamento/lotto di gara, costi standard servizi, tariffe e impiantistica.
Su quest’ultimo punto (impiantistica) emerge un primo nodo parzialmente irrisolto, relativo alla distribuzione di competenze tra ATO e ARO, i percorsi in atto prevedono di concentrare gli impianti di smaltimento a Bellolampo ( impianto di compostaggio, separazione e recupero energetico – pirolisi), il progetto in atto definitivo, elaborato dal Commissario straordinario, manca di finanziamento (proget?), ma pare in avanzato stato di attuazione.
Se si vuole attivare quella sana competizione tra esperienze e tariffe, nonché riusare al meglio il personale, crediamo sia in riferimento a questo che vadano definiti impianti intermedi (di ARO) , da assimilare a punti di raccolta e stazioni di trasferenza.
In relazione alla ripartizione delle competenze e quindi delle frazioni di ciclo attribuite, all’ATO (art. 6,7 e 8 l.r. 9/2010) o all’ARO (art. 5), va definita la quota di tariffa specifica, anche perché per gli impianti si procederà a gara d’ATO , per il servizio di raccolta a quella di ARO (in base alla circolare entro il 31 marzo!?).
Per quanto riguarda la società d’ambito (SRR), la circolare propone il consorzio a responsabilità limitata (consorzio di diritto privato in regime pubblico) con capitale minimo di 10.000 euro, con facoltà di nomina di un amministratore unico; noi optiamo per questa soluzione e crediamo che la figura debba essere di comprovata e positiva esperienza, magari proveniente da uno degli ATO virtuosi e comunque che non abbia condiviso alcuna responsabilità nelle nefandezze perpetrate con la gestione del coinres, già sanzionate dalla Corte dei Conti e oggetto di indagine da parte della magistratura ordinaria.
La circolare chiarisce che in sede di affidamento occorrerà “ garantire - tramite parametri di assorbimento delle risorse umane, attualmente impiegate dalle società d’ambito in liquidazione direttamente o indirettamente – da un lato, gli oneri di sostenibilità del servizio da parte dei comuni e quindi dell’utenza in termini di tassazione, e dall’altro l’esigenza di assicurare processi di reclutamento nello spirito di salvaguardia occupazionale previsto dall’art. 19 della l.r. 9/2010”.
Quindi costituita la SRR occorrerà approvare il piano d’ambito con la previsione delle ARO, elaborare i piani d’intervento delle ARO, ripartire personale e costi tra ATO e ARO.
Riteniamo che per contemperare le esigenze di cui prima (sostenibilità della tassazione e salvaguardia occupazionale), nell’apposita sezione del piano d’ambito destinata al personale, occorre partire da costi medi nazionali o regionali e relativi standard occupazionali, con individuazione percentuale del personale amministrativo ispirata al principio delle tre E (efficacia, efficienza, economicità); sulla scorta di questi rivedere il piano d’ambito e quelli d’intervento e ripartire il personale, come prima individuato tra ATO, ARO e imprese, a cui affidare il servizio di raccolta e smaltimento una volta ottenuto il parere dell’Assessorato.
La circolare prevede che anche il personale amministrativo, come individuato nel piano d’intervento, dovrà transitare nell’organico delle SRR ed in comando/distacco in quelli degli ARO, sulla scorta:
  • del quadro riepilogativo del personale impiegato al 31/12/2009, secondo l’individuazione di cui alla lett. a),b) e c) del comma 7 art. 19 l.r. 9/2010, contenente data di assunzione, tipologia di rapporto di lavoro, qualifica, trattamento economico,
  • delle procedure concorsuali comma 9 art. 19,
  • della dichiarazione delle società in liquidazione che gli oneri rientrano nel piano di riparto controfirmato dal Ragioniere dei comuni.
Noi riteniamo che, nella considerazione che trattasi di servizio essenziale (art. 117 lett. p) Costituiz./art. 4 lr. 9/2010) l’Aro possa avvalersi di locali messi a disposizione dal Comune di Bagheria, e da questo essere sostenuto per l’attivazione delle procedure che prevedono specifiche professionalità.
A Bagheria per contenere il costo entro 7 milioni di euro complessivi l’anno ed evitare eventuali esuberi la selezione dovrà basarsi: sul principio dell’anzianità di servizio, della qualifica rivestita e della disponibilità ad essere utilizzati nelle qualifiche necessarie , della disponibilità a transitare al trattamento previsto dal contratto enti locali, dell’anzianità di residenza nei comuni dell’ARO all’atto di assunzione.
Importante la raccomandazione, della circolare ai gestori di discariche, di studiare piani di rientro compatibili con la situazione di cassa dei Comuni, nonché di revisionare il piano degli impianti e relative tariffe (entro il 31 maggio), in quest’ambito può essere considerato il ruolo degli impianti intermedi e dei rapporti co CONAI gestibili dagli ARO.
Infine agli ATO in chiusura e ai Comuni, accanto alla perentoria richiesta dei bilanci e documenti contabili degli ultimi 4 esercizi (2009/2012), si intima l’invio delle scritture anche adottate dal solo organo amministrativo, e in assenza di questi si dispone l’intervento sostitutivo della Guardia di Finanza.
11 marzo 2013

Associazione Nuovi Bagheresi

domenica 10 marzo 2013

Osservazioni in merito al parere dei Collegio dei Revisori dei Conti sul bilancio di previsione 2012 del Comune di Bagheria


Lettera aperta ai Consiglieri Comunali del Partito Democratico e per conoscenza all'On.le Fabrizio Ferrandelli

Oggetto: osservazioni in merito al parere dei Collegio dei Revisori dei Conti sul bilancio di previsione 2012 del Comune di Bagheria

La relazione ed il parere dei revisori resi in data 1/3/2013 , così come previsto dalla norma, confronta le previsioni 2012 (ricevute il 19/2/2013) col consuntivo 2010, col previsionale definitivo 2011 anche se ormai era stato approvato anche il consuntivo, relativamente a quello stesso anno con un disavanzo di 3.582.390 euro (delib. Giunta n.56, 11/09/2012).1
Relativamente al consuntivo era stata trasmessa al MEF la certificazione relativa al mancato rispetto del “patto” , determinando la sanzione di 1.156.000 euro e i revisori avevano decretato (1/10/2012) la classificazione di Ente “strutturalmente deficitario, art 242 TUEL, che presenta quelle criticità che evidenziano uno stato di dissesto”.2
Nell’esprimere parere sul previsionale (!)2012 , al fine di evitare, da parte della Corte dei Conti, la dolorosa procedura art. 6, comma 2 DL 149/2011, i revisori, responsabilmente, propongono che sia adottato dal Consiglio, anche ben oltre la scadenza del 31 dic. (art 151D.lgs n. 267), il Piano di riequilibrio pluriennale previsto dall’art 243 bis TUEL, introdotto dall’art.3 comma r) del DL n. 174 del 10/10/2012, pur citando la nota del responsabile di settore , del 31/01/2013, che attestando nella proposta il mancato rispetto del pareggio, attiva, di fatto, l’iniziativa della Corte.3,4
Dalla relazione dei revisori è difficile capire se effettivamente la proposta non prevede la copertura dei dfb o se prevede, per quanto riguarda quello relativio al COINRES (22.124.276 euro, il grosso dei dfb) , il ricorso al disposto dell’art. 45 l.r. 11/2010, che passa attraverso la contrazione di un mutuo ad ammortamento decennale per il quale prevedere, comunque, il rateo. 5
Questo amletico pareggio sarebbe conseguito con ulteriori entrate dall’esigibilità indefinita, quali l’aumento dell’IMU (bocciato dal consiglio), i contributi per il rilascio di concessioni edilizie (trattasi del pregresso o di un’improbabile , dato l’attuale quadro urbanistico, nuova acquisizione?), il rispetto dei parametri del personale (con dati al netto dei dipendenti coinres del quale sono comunque disponibili i dati del consuntivo 2009).6
Appare , quindi, necessario un esame più preciso dei dati che faccia emergere con chiarezza l’effettiva consistenza dei numeri, consenta l’individuazione di eventuali responsabilità, favorisca l’adozione di misure rapide ed efficaci per un reale risanamento e riequilibrio dei conti.
Ci si chiede infine se era il, caso a questo punto, attivare la procedura del previsionale e non , piuttosto, quella del consuntivo, come mai la Giunta ed il Consiglio abbiano sin ora vanificato la procedura del predissesto che rappresenta l’unica dignitosa via d’uscita, se ormai non sia il caso di attivare direttamente la procedura relativa al dissesto.
Per quanto sopra esposto, l'associazione Nuovi Bagheresi con la presente invita il Gruppo consiliare del Partito Democratico a non partecipare all'adozione di un bilancio contrassegnato da dati di dubbia proiezione futura e la cui approvazione, in definitiva, rischierebbe di non rispecchiare l'effettiva gravità della situazione finanziaria dell'ente.
  1. Passività potenziali e debiti fuori bilancio (dfb) ammontano ad € 27.838.906,9 (prev.2012)
  2. L’ente con il rendiconto 2011 risulta ente strutturalmente deficitario ai sensi dell’art. 242 del TUEL “presenta quelle criticità che evidenziano uno stato di dissesto”, -3.582.390 risultato esercizio
  3. Piano di riequilibrio pluriennale ai sensi dell’art. 243 bis l. 213/2012, proposto al Consiglio con delib di Giunta n. 87 del 14 dic.2012
  4. Nota 6986 del 31/01/2013: la bozza di bilancio non presenta il pareggio finanziario e non assicura l’equilibrio economico e finanziario di parte corrente (se considerati i dfb) – ai sensi dell’art. 153 comma 6, TUEL ne sarà data comunicazione alla competente Segret. Reg.le di Controllo della Corte dei Conti
  5. Bilancio 2011 dfb 36.259.464,07 di cui 22.124.276,25 coinres (da recup. Con L.R. 11/2010 art.45) , non rispetta il patto (art. 162 TUEL)
  6. Contributi rilascio concess.edil. 3.409.580, multe 2.283.046 (2011-450.000), aumento IMU (non approvato dal Consiglio)
TARSU 2010 - 5.650.000, 2012 – 9.621.000
Spese personale (senza coinres non c’è il consuntivo 2010 ma c’è quello 2009)




Associazione Nuovi Bagheresi