venerdì 26 luglio 2013

Nota all'Amministrazione comunale: si tuteli la salute pubblica e si risolva la questione viabilità

Come preannunciato nelle scorse settimane, l'associazione Nuovi Bagheresi, in data 25 luglio, ha richiesto formalmente all'Amministrazione comunale di  sollecitare un intervento dell’A.R.P.A. volto alla rilevazione dei livelli di inquinamento nelle strade del centro storico prossime al Corso Umberto.  Con la medesima nota sono stati altresì richiesti  interventi nel breve e nel lungo periodo per la risoluzione dell’annoso problema della viabilità, tra i quali l’accelerazione dell’iter di approvazione del Piano urbano della mobilità.  Di seguito il testo della nota: 



Al Sindaco del Comune di Bagheria
All'Assessore alla Polizia Municipale e Viabilità
All'Assessore all'Igiene ambientale



Oggetto: richiesta di rilevazione livello di inquinamento nel centro storico ed accelerazione proceso di adozione del PUT (Piano urbano del traffico)


Il sottoscritto Giacomo Aiello, presidente dell'associazione “Nuovi Bagheresi”, con sede in via del macello 63 (e-mail: nuovibagheresi@hotmail.it; cell: 3278463962)

Considerato che:
  • in seguito alla chiusura al traffico nel corso Umberto I, le vie ad esso attigue (così come tutto il centro storico), peraltro larghe solo pochi metri, si trovano esposte ad una concentrazione di traffico veicolare assai elevata, con conseguente elevato livello di inquinamento provocato dai gas di scarico;
  • il PUM (Piano urbano della mobilità)  risulta tra i progetti finanziati nell'ambito del PISU (Piano integrato di sviluppo urbano) e necessita dell'approvazione del Consiglio Comunale quale organo competente in materia di pianificazione e programmazione

Con la presente

CHIEDE

  • di sollecitare un intervento dell' A.R.P.A. ( Agenzia regionale per la protezione ambientale), volto a rilevare il tasso di inquinamento nelle strade del centro storico attigue al Corso Umberto;
  • di accelerare il processo di adozione del Piano urbano della mobilità, che potrebbe prevedere, tra le altre, le seguenti misure:
    - l'istituzione di una ZTL (zona a traffico limitato) nel centro storico, più facilmente individuabile nella zona sud-est (via Damuselli, via Scordato, via Trabia, via del Cavaliere, via Palagonia);
    - l'individuazione di aree da adibire a parcheggi auto, per esempio nei pressi di via Libertà;
    - l'introduzione di un bus elettrico che colleghi le aree adibite a parcheggio con il Corso Umberto e il centro storico;
  • inquadrare e armonizzare le soluzioni in tema di viabilità con il nuovo Piano Regolatore Generale, e in particolare con il Piano di recupero del centro storico.

Bagheria, 25 luglio 2013

Associazione Nuovi Bagheresi

Piazza Butera, un'oasi da valorizzare

L'associazione Nuovi Bagheresi, che da anni opera sul territorio a tutela di interessi diffusi, ha presentato in data 25 luglio una nota all'Amministrazione comunale di Bagheria, chiedendo  la riapertura al pubblico di piazza Butera, i cui cancelli risultano chiusi da circa dieci giorni senza una reale motivazione,  e proponendo nel contempo la gestione della piazza in convenzione con privati, ai fini di della cura, valorizzazione, animazione degli spazi interessati. Di seguito il testo della nota: 

Al Sindaco del Comune di Bagheria
All'Assessore al Verde e Arredo Urbano
Al Dirigente del II Settore Lavori pubblici




Oggetto: richiesta apertura al pubblico di piazza Butera

Il sottoscritto Giacomo Aiello, presidente dell'associazione “Nuovi Bagheresi” con sede in via del macello 63 (e-mail: nuovibagheresi@hotmail.it, cell. 3278463962)

Considerato che:
  • successivamente alle operazioni di pulizia svolte nelle scorse settimane, i cancelli di piazza Butera risultano chiusi da circa dieci giorni e dunque la stessa non è accessibile al pubblico;
  • piazza Butera costituisce uno dei pochi spazi urbani sottratti al traffico veicolare e fruibili non solo dai residenti della zona, ma da tutta la cittadinanza;
  • le motivazioni della chiusura risultano ad oggi sconosciute

Con la presente

CHIEDE

  • l'immediata riapertura al pubblico di piazza Butera;
  • di considerare l'opportunità di gestire l'area interessata in convenzione con operatori privati, quali associazioni no profit, organizzazioni ricreative o esercizi commerciali, ai fini della cura, valorizzazione e animazione della piazza.

Si allega documentazione fotografica.


Bagheria, 25 luglio 2013



 Associazione Nuovi Bagheresi

Riflessioni sulla prima lettera di Francesco

Da Lumen fidei  di Papa Francesco - 29/6/2013 - premessa
E così l’uomo ha rinunciato alla ricerca di una luce grande, di una verità grande, per accontentarsi delle piccole luci che illuminano il breve istante, ma sono incapaci di aprire la strada. Quando manca la luce, tutto diventa confuso, è impossibile distinguere il bene dal male, la strada che porta alla mèta da quella che ci fa camminare in cerchi ripetitivi, senza direzione

Cap. 1°- abbiamo creduto nell’amore

Per Abramo la fede in Dio illumina le più profonde radici del suo essere, gli permette
di riconoscere la sorgente di bontà che è all’origine di tutte le cose, e di confermare che la sua vita non procede dal nulla o dal caso, ma da una chiamata e un amore personali.

I cristiani, invece, confessano l’amore concreto e potente di Dio, che opera veramente nella storia e ne determina il destino finale, …..Dio ama questo mondo e lo orienta incessantemente verso di Sé; e questo porta il cristiano a impegnarsi, a vivere in modo ancora più intenso il cammino sulla terra.
Gesù, suo Figlio, si presenta come Colui che ci spiega Dio (cfr Gv 1,18).La vita di Cristo — il suo modo di conoscere il Padre, di vivere totalmente nella relazione con Lui — apre uno spazio nuovo all’esperienza umana e noi vi possiamo entrare.

“Crediamo a” Gesù, quando accettiamo la sua Parola, la sua testimonianza, perché egli è veritiero (cfr Gv 6,30). “Crediamo in” Gesù, quando lo accogliamo personalmente nella nostra vita e ci affidiamo a Lui, aderendo a Lui nell’amore e seguendolo lungo la strada (cfr Gv 2,11; 6,47; 12,44).

Costui, anche quando obbedisce ai comandamenti, anche quando compie opere buone, mette al centro se stesso, e non riconosce che l’origine della bontà è Dio. Chi opera così, chi vuole essere fonte della propria giustizia, la vede presto esaurirsi e scopre di non potersi neppure mantenere nella fedeltà alla legge. Si rinchiude, isolandosi dal Signore e dagli altri, e per questo la sua vita si rende vana,
Nella fede, l’“io” del credente si espande per essere abitato da un Altro, per vivere in un Altro, e così la sua vita si allarga nell’Amore.

La fede non è un fatto privato, una concezione individualistica, un’opinione soggettiva, ma nasce da un ascolto ed è destinata a pronunciarsi e a diventare annuncio.

Cap 2° - se non crederete non comprenderete

questa verità affidabile di Dio è, come emerge nella Bibbia, la sua presenza fedele lungo la storia, la sua capacità di tenere insieme i tempi, raccogliendo la dispersione dei giorni dell’uomo.

La fede, senza verità, non salva, non rende sicuri i nostri passi. Resta una bella fiaba, la proiezione dei nostri desideri di felicità, qualcosa che ci accontenta solo nella misura in cui vogliamo illuderci.

Ma proprio per il suo nesso intrinseco con la verità, la fede è capace di offrire una luce nuova, superiore ai calcoli del re, perché essa vede più lontano, perché comprende l’agire di Dio, che è fedele alla sua alleanza e alle sue promesse.
Richiamare la connessione della fede con la verità è oggi più che mai necessario, proprio per la crisi di verità in cui viviamo.

La domanda sulla verità è, infatti, una questione di memoria, di memoria profonda, perché si rivolge a qualcosa che ci precede e, in questo modo, può riuscire a unirci oltre il nostro “io” piccolo e limitato. È una domanda sull’origine di tutto, alla cui luce si può vedere la meta e così anche il senso della strada comune.

È noto il modo in cui il filosofo Ludwig Wittgenstein ha spiegato la connessione tra la fede e la certezza. Credere sarebbe simile, secondo lui, all’esperienza dell’innamoramento, ….
In realtà, l’amore non si può ridurre a un sentimento che va e viene. Esso tocca, sì, la nostra affettività, ma per aprirla alla persona amata e iniziare così un cammino, che è un uscire dalla chiusura nel proprio io e andare verso l’altra persona, per edificare un rapporto duraturo; l’amore mira all’unione con la persona amata

Solo in quanto è fondato sulla verità l’amore può perdurare nel tempo, superare l’istante effimero e rimanere saldo per sostenere un cammino comune. Se l’amore non ha rapporto con la verità, è soggetto al mutare dei sentimenti e non supera la prova del tempo.

La verità che la fede ci dischiude è una verità centrata sull’incontro con Cristo, sulla contemplazione della sua vita, sulla percezione della sua presenza.

Una verità comune ci fa paura, perché la identifichiamo con l’imposizione intransigente dei totalitarismi. Se però la verità è la verità dell’amore, se è la verità che si schiude nell’incontro personale con l’Altro e con gli altri, allora resta liberata dalla chiusura nel singolo e può fare parte del bene comune. Essendo la verità di un amore, non è verità che s’imponga con la violenza, non è verità che schiaccia il singolo. Nascendo dall’amore può arrivare al cuore, al centro personale di ogni uomo. Risulta chiaro così che la fede non è intransigente, ma cresce nella convivenza che rispetta l’altro. Il credente non è arrogante; al contrario, la verità lo fa umile,

L’uomo religioso cerca di riconoscere i segni di Dio nelle esperienze quotidiane della sua vita, nel ciclo delle stagioni, nella fecondità della terra e in tutto il movimento del cosmo.

Chi si mette in cammino per praticare il bene si avvicina già a Dio, è già sorretto dal suo aiuto, perché è proprio della dinamica della luce divina illuminare i nostri occhi quando camminiamo verso la pienezza dell’amore.

Cap 3° - vi trasmetto quello che ho ricevuto

La persona vive sempre in relazione. Viene da altri, appartiene ad altri, la sua vita si fa più grande nell’incontro con altri. E anche la propria conoscenza, la stessa coscienza di sé, è di tipo relazionale, ed è legata ad altri che ci hanno preceduto: in primo luogo i nostri genitori,

La fede non è solo un’opzione individuale che avviene nell’interiorità del credente, non è rapporto isolato tra l’“io” del fedele e il “Tu” divino, tra il soggetto autonomo e Dio. Essa si apre, per sua natura, al “noi”, avviene sempre all’interno della comunione della Chiesa.

Nel Battesimo diventiamo nuova creatura e figli adottivi di Dio. L’Apostolo afferma poi che il cristiano è stato affidato a una “forma di insegnamento” (typos didachés), cui obbedisce di cuore (cfr Rm 6,17). Nel Battesimo l’uomo riceve anche una dottrina da professare e una forma concreta di vita che richiede il coinvolgimento di tutta la sua persona e lo incammina verso il bene.

la fede, non può confessarla ancora da solo, e proprio per questo essa è confessata dai suoi genitori e dai padrini in suo nome. La fede è vissuta all’interno della comunità della Chiesa, è inserita in un “noi” comune. Così, il bambino può essere sostenuto da altri, dai suoi genitori e padrini, e può essere accolto nella loro fede, che è la fede della Chiesa, simbolizzata dalla luce che il padre attinge dal cero nella liturgia battesimale. Questa struttura del Battesimo evidenzia l’importanza della sinergia tra la Chiesa e la famiglia

l’asse della storia: l’Eucaristia è atto di memoria, attualizzazione del mistero, in cui il passato, come evento di morte e risurrezione, mostra la sua capacità di aprire al futuro, di anticipare la pienezza finale.
la preghiera del Signore, il Padre nostro. In essa il cristiano impara a condividere la stessa esperienza spirituale di Cristo e incomincia a vedere con gli occhi di Cristo.

Il Decalogo (le beatitudini) non è un insieme di precetti negativi, ma di indicazioni concrete per uscire dal deserto dell’ “io” autoreferenziale, chiuso in se stesso, ed entrare in dialogo con Dio, lasciandosi abbracciare dalla sua misericordia per portare la sua misericordia.

L’esperienza dell’amore ci dice invece che proprio nell’amore è possibile avere una visione comune, che in esso impariamo a vedere la realtà con gli occhi dell’altro, e che ciò non ci impoverisce, ma arricchisce il nostro sguardo.

il beato John Henry Newman quando enumerava, tra le note caratteristiche per distinguere la continuità della dottrina nel tempo, il suo potere di assimilare in sé tutto ciò che trova, nei diversi ambiti in cui si fa presente, nelle diverse culture che incontra,tutto purificando e portando alla sua migliore espressione.

Cap 4° - Dio prepara per loro una città

Essa non si configura solo come un cammino, ma anche come l’edificazione, la preparazione di un luogo nel quale l’uomo possa abitare insieme con gli altri.

Proprio grazie alla sua connessione con l’amore (cfr Gal 5,6), la luce della fede si pone al servizio concreto della giustizia, del diritto e della pace.

Senza un amore affidabile nulla potrebbe tenere veramente uniti gli uomini. L’unità tra loro sarebbe concepibile solo come fondata sull’utilità, sulla composizione degli interessi, sulla paura, ma non sulla bontà di vivere insieme, non sulla gioia che la semplice presenza dell’altro può suscitare.
essa ci aiuta a edificare le nostre società, in modo che camminino verso un futuro di speranza.

la fede permise di « esercitare la giustizia » (Eb 11,33). L’espressione si riferisce qui alla loro giustizia nel governare, a quella saggezza che porta la pace al popolo (cfr 1 Sam 12,3-5; 2 Sam 8,15)
la Lettera agli Ebrei accenna alla benedizione che si trasmette dai genitori ai figli (cfr Eb 11, 20-21). Il primo ambito in cui la fede illumina la città degli uomini si trova nella famiglia.

i bambini imparano a fidarsi dell’amore dei loro genitori. Per questo è importante che i genitori coltivino pratiche comuni di fede nella famiglia, che accompagnino la maturazione della fede dei figli.
La storia di fede, fin dal suo inizio, è stata una storia di fraternità, anche se non priva di conflitti.
Dio vuol far partecipare tutti, come fratelli, all’unica benedizione, che trova la sua pienezza in Gesù, affinché tutti diventino uno. L’amore inesauribile del Padre ci viene comunicato, in Gesù, anche attraverso la presenza del fratello.

Al centro della fede biblica, c’è l’amore di Dio, la sua cura concreta per ogni persona, il suo disegno di salvezza che abbraccia tutta l’umanità e l’intera creazione e che raggiunge il vertice nell’Incarnazione, Morte e Risurrezione di Gesù Cristo. Quando questa realtà viene oscurata, viene a mancare il criterio per distinguere ciò che rende preziosa e unica la vita dell’uomo. Egli perde il suo posto nell’universo, si smarrisce nella natura, rinunciando alla propria responsabilità morale, oppure pretende di essere arbitro assoluto, attribuendosi un potere di manipolazione senza limiti.

(la fede) ci aiuta a trovare modelli di sviluppo che non si basino solo sull’utilità e sul profitto, ma che considerino il creato come dono, di cui tutti siamo debitori; ci insegna a individuare forme giuste di governo, riconoscendo che l’autorità viene da Dio per essere al servizio del bene comune. La fede afferma anche la possibilità del perdono, che necessita molte volte di tempo, di fatica, di pazienza e di impegno; perdono possibile se si scopre che il bene è sempre più originario e più forte del male, che la parola con cui Dio afferma la nostra vita è più profonda di tutte le nostre negazioni. Anche da un punto di vista semplicemente antropologico, d’altronde, l’unità è superiore al conflitto; dobbiamo farci carico anche del conflitto, ma il viverlo deve portarci a risolverlo,



Il cristiano sa che la sofferenza non può essere eliminata, ma può ricevere un senso, può diventare atto di amore, affidamento alle mani di Dio che non ci abbandona e, in questo modo, essere una tappa di crescita della fede e dell’amore.
La fede non è luce che dissipa tutte le nostre tenebre, ma lampada che guida nella notte i nostri passi, e questo basta per il cammino. All’uomo che soffre, Dio non dona un ragionamento che spieghi tutto, ma offre la sua risposta nella forma di una presenza che accompagna, di una storia di bene che si unisce ad ogni storia di sofferenza per aprire in essa un varco di luce.
Gesù spiega il significato del “terreno buono”: « Sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza » (Lc 8,15).

Sintesi a cura di Pino Fricano – luglio 2013

giovedì 18 luglio 2013

Verde pubblico a piazza Sant'Antonio: grande partecipazione popolare

La scorsa domenica  abbiamo vissuto una giornata di grande partecipazione popolare, accogliendo la sensibilità dei cittadini del quartiere Sant'Antonio che hanno reclamato il loro diritto ad avere un'area verde fruibile da tutti. Ma è stata soprattutto la giornata in cui abbiamo potuto, con immenso piacere e onore, apprezzare l'enorme energia, la passione, lo spirito di sacrificio per interessi collettivi dei ragazzi che compongono il gruppo del Movimento Cinque Stelle Bagheria. Questa iniziativa avrà sicuramente un seguito, le tante firme raccolte potranno supportare delle osservazioni al Piano Regolatore Generale non appena questo sarà pubblicato, ma intanto, ciò che piace evidenziare, è che, a prescindere dal colore politico, quando si creano sinergie per la cura di interessi diffusi, quando si sperimenta il concetto di "comunità", i frutti non potranno che essere a vantaggio di tutti.  




Associazione Nuovi Bagheresi

sabato 13 luglio 2013

Noi e il Movimento Cinque stelle per il verde pubblico a piazza Sant'Antonio

L'associazione Nuovi Bagheresi comunica la propria adesione all'iniziativa del Movimento Cinque Stelle Bagheria, che domenica 14 luglio lancerà una petizione popolare per l'inserimento nel Piano Triennale delle Opere Pubbliche di una piazzetta con parco pubblico nel lotto di terreno attiguo a piazza Sant'Antonio. Per l'occasione, l'associazione metterà a disposizione la propria sede di via del macello 63, quale punto di raccolta firme. La partecipazione all'iniziativa costituisce per Noi l'opportunità di intervenire concretamente su un tema che ci sta molto a cuore, e sul quale, già in passato, si erano concentrate iniziative popolari sfociate in petizioni al Comune di Bagheria, all'Assessorato Regionale Territorio e Ambiente e alla Procura della Repubblica di Palermo.
Tra la cementificazione selvaggia e la creazione di un'area destinata ad una fruizione collettiva Noi scegliamo questa seconda opzione, soprattutto considerando che, paradossalmente, la rinomata “Città delle Ville” si trova, ancora oggi, sprovvista di un parco urbano che rappresenti il vero polmone verde di Bagheria. E' arrivato il momento di costruire una città all'avanguardia, una città che guardi alla modernità e nella quale siano garantiti servizi essenziali, ma per far questo è necessario che lo sviluppo della città venga declinato su interessi collettivi e non settoriali.
Per questo, insieme al Movimento Cinque Stelle, vi aspettiamo domenica 14 luglio dalle ore 10.00 alle ore 12.30 nella nostra sede di via del macello 63, e dalle 18.00 alle 22.00 nel gazebo che sarà allestito a piazza Sant'Antonio, invitandovi ad apporre una firma perché il “verde pubblico”, anche a Bagheria, possa divenire realtà.


Associazione Nuovi Bagheresi


mercoledì 3 luglio 2013

Presentato esposto sul PRG

L’associazione Nuovi Bagheresi comunica di aver presentato, in data odierna, un esposto al Commissario per l’approvazione del Piano Regolatore Generale, dott. Giuseppe Traina, recentemente insediatosi. L’esposto in questione è volto a segnalare l’opportunità di apportare un emendamento tecnico d’ufficio che preveda i seguenti punti:
- destinare le aree di tutti i piani di lottizzazione presentati ( più di 50) e coerenti ai vincoli sopraordinati (PAI E Galasso) a zone F2 (di perequazione);
- visti gli annosi problemi per la definitiva acquisizione e fruizione di beni confiscati con frammentazione proprietaria e senza destinazione per pubblica utilità, destinare le aree confiscate che non avessero specifica destinazione o fossero individuate fra le zone E, a zone F (di pubblica utilità) con destinazione specifica da individuare di volta in volta con delibera di giunta;
- l’integrazione delle NTA (norme tecniche di attuazione) con una norma, da definire in sede CRU (Consiglio Regionale Urbanistica) con la Soprintendenza, che consideri il regime vincolistico del DPR 4992/’67 decaduto, alla data di emanazione del decreto di approvazione del nuovo PRG, in quanto le sue previsioni si intendono assorbite e specificate da quanto disposto dalle NTA e più in generale nelle previsioni del nuovo PRG;
- l’immediata pubblicazione on line del nuovo PRG, la presentazione delle osservazioni in carta libera su modello tipo predisposto dall’ufficio, scaricabile dal sito istituzionale unitamente ad eventuali allegati (stralci planimetrici).
Di seguito il testo dell’esposto:
Al Commissario per l’adozione del P.R.G.Dott. Giuseppe Traina
c/o Ufficio Tecnico-Urbanistico del Comune di Bagheria
e p.c. All’Assessore Regionale Territorio e Ambiente
Oggetto: esposto sul Piano Regolatore Generale
Il sottoscritto Giacomo Aiello, presidente dell’associazione “Nuovi Bagheresi”, con sede legale a Bagheria in via del macello n.63 (e-mail: nuovibagheresi@hotmail.it, cell: 3278463962),
considerato che:

sono stati presentati oltre 50 piani di lottizzazione, alcuni dei quali potrebbero arrivare in Consiglio nelle more dell’adozione del nuovo piano, da parte del Commissario,

negli anni scorsi la vicenda dei PDL relativi al vecchio piano, vigente, ha determinato contenzioso e sentenze a favore dei ricorrenti;

le aree relative ad alcuni PDL ,in forza di sentenze o per raffreddare il contenzioso, , come si evince dal piano di massima pubblicato, nella proposta di nuovo piano hanno trovato destinazione a zona C (di espansione) o F2 (di perequazione) e che per evitare trattamenti discriminatori è giusto estendere tale opportunità a tutti i piani presentati, coerenti con vincoli sopraordinati;

in passato si sono trovati problemi per la definitiva acquisizione e fruizione di beni confiscati con frammentazione proprietaria e senza destinazione per pubblica utilità,

che il vincolo paesaggistico DPR 4992/’67, trovava giustificazione nell’assenza di adeguate norme vincolistiche e pianificatorie,

la partecipazione, anche per lo stesso Consiglio, sarà limitata alla fase di presentazione delle osservazioni, a seguito di pubblicazione del piano, per cui appare opportuno dare più tempo per la conoscenza dello stesso, facilitare la presentazione delle osservazioni e rendere trasparente l’iter d’adozione,
al fine di creare condizioni di equità di trattamento fra tutti proponenti PDL ed evitare contenzioso futuro, facilitare l’utilizzo dei beni confiscati, ridimensionare il ruolo della Soprintendenza nell’esame dei progetti,
ESPONE
l’opportunità di apportare un emendamento tecnico d’ufficio, che preveda :
1.
per le aree di tutti i PDL presentati, coerenti con i vincoli sopraordinati (PAI e Galasso) e che non abbiano già trovato destinazione C o F2, la destinazione a zone territoriali omogenee F2,
2.
per le aree confiscate che non avessero specifica destinazione o fossero individuate fra le zone E, la destinazione a zone F (di pubblica utilità) con destinazione specifica da individuare di volta in volta con delibera di giunta;
3.
l’integrazione delle NTA , con una norma, da definire in sede CRU con la Soprintendenza, che consideri il regime vincolistico del DPR 4992/’67 decaduto, alla data di emanazione del decreto di approvazione del nuovo PRG, in quanto le sue previsioni si intendono assorbite e specificate da quanto disposto dalle NTA e più in generale nelle previsioni del nuovo PRG;
4.
l’immediata pubblicazione on line del nuovo PRG, la presentazione delle osservazioni in carta libera su modello tipo predisposto dall’ufficio, scaricabile dal sito istituzionale unitamente ad eventuali allegati (stralci planimetrici).
Bagheria 3 luglio 2013                                                                        Associazione Nuovi Bagheresi