lunedì 13 agosto 2012

A proposito di guide turistiche...




Qualche spunto di riflessione in merito alla famigerata guida turistica di Bagheria, appena stampata, ma già fonte di innumerevoli polemiche. Tralasciando qualsiasi  disquisizione in merito agli ormai illustri strafalcioni ( vedi assenza di una seppur minima descrizione di Palazzo Aragona Cutò), nemmeno degni di essere commentati, affrontiamo la questione, com’è nostra abitudine, da un punto di vista “atipico”.
Eh già, perché quello che immediatamente dovrebbe balzare agli occhi ed alla mente di ogni lettore bagherese, di questa come di tutte le precedenti guide turistiche, è un dato incontestabile: la maggior parte delle bellezze architettoniche descritte nella guida in questione sono inaccessibili al pubblico. E allora, aggiungiamo noi, perché disturbarsi tanto a decantare origini storiche e stili architettonici, se poi le ville della Città delle Ville sono ammirabili solo dal prospetto ( o meglio dai cancelli d’ingresso) come qualsiasi altro normale fabbricato urbano?

E’ inutile quanto arduo disturbarsi a trovare una risposta a questa domanda, a dispetto di chi, con grande faciloneria e superficialità, potrebbe semplicemente rispondere che le ville sono proprietà privata. Beh, come più volte ci siamo premurati di rispondere, le cose non stanno proprio così, in quanto le ville bagheresi costituiscono beni culturali sottoposti a molteplici vincoli dalla relativa sovrintendenza, e peraltro nemmeno i rispettivi proprietari possono finanziariamente permettersi degli interventi integrali sulle strutture architettoniche.
La conseguenza diretta di questa semplice constatazione è una ed una sola: le ville bagheresi costituiscono questione di rilevanza pubblica.
Ciononostante, le meravigliose ville sono adibite a sale – ricevimenti e case di riposo, per cui non c’è da stupirsi se, digitando su google “Ville Bagheresi”, il buon motore di ricerca non perda tempo ad aggiungere “per matrimoni”.
Ora, ciò che si contesta non è la presenza di attività commerciali o di utilità sociale, che fanno circolare ricchezza e aiutano la gente in un periodo a dir poco nero, ma il fatto che tali attività, lungi dal trovare sede in beni culturali costituenti patrimonio della collettività, dovrebbero invece esser diretta conseguenza di una valorizzazione culturale, da collocare nell’ambito di uno sviluppo incentrato sul settore turismo, delle stesse bellezze architettoniche.
Nulla di nuovo sotto il sole… vero?
Già, nulla di nuovo. Il fatto è che da anni si parla di turismo, facendone uno dei tanti spot elettorali, ed intanto la città muore di fame. E allora, quello che noi non smetteremo mai di propugnare, anche contro chi, semplicemente, afferma che a Bagheria si potrebbe fare solo turismo per eventi, è che questa città ha molto più da offrire che degli “eventucoli” culturali che ogni Comune, anche di mille abitanti, sarebbe in grado di organizzare.
Questa città ha una propria storia ed una propria anima, racchiusa nelle ville ed in attesa di essere mostrata al mondo.


                                                                            Giacomo Aiello

                                                                     Presidente Associazione
                                                                          Nuovi Bagheresi


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